

Nursing up, 'troppe notti consecutive, infermieri stremati'
'Impatto sulla salute degli operatori e qualità delle cure'
Turni di notte per due o tre volte consecutive, riposi minimi, ritorno in servizio tramite pronta disponibilità fino a 15 volte al mese. È questa la situazione, denunciata dal sindacato Nursing Up, che si trovano a vivere molti infermieri italiani a causa della carenza di orgnanico nelle strutture ospedaliere. "Sono numerose le realtà - si legge nella nota del sindacato - in cui i nostri referenti regionali hanno raccolto testimonianze di infermieri impiegati anche in tre notti consecutive, seguite da reperibilità attiva o rientro in reparto entro 8 ore, spesso per coprire malattie o ferie". Inoltre, "sebbene il Contratto Collettivo Nazionale preveda un massimo di 7 turni mensili di pronta disponibilità per ogni infermiere, nel 2023 questo limite, nei fatti, è stato più che raddoppiato - si legge ancora nella nota -. In numerose Asl sono stati documentati fino a 15 turni mensili per singoli operatori. In tante realtà sanitarie siamo di fronte a casi di pronte disponibilità alternate a giorni lavorativi senza soluzione di continuità". Situazioni che hanno un forte impatto sulla salute psicofisica degli operatori e sulla qualità delle cure. Sebbene non esista un limite normativo ai turni notturni consecutivi, lavorare per più notti di fila causa ansia, disorientamento, sonno frammentato, disturbi cognitivi, invecchiamento precoce e rischio clinico aumentato. Inoltre, numerosi infermieri segnalano errori involontari, stanchezza cronica e la sensazione di non essere più lucidi durante il lavoro. Nel solo 2024 sono state oltre 20mila le dimissioni volontarie di professionisti dell'area non medica.
V.King--CT